COMUNICATO STAMPA

Quando una comunità è educante

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da Segreteria

del giovedì, 27 novembre 2025

Recentemente ci è stato segnalato, ancora una volta, il comportamento poco corretto tenuto dai nostri studenti sugli autobus durante le corse scolastiche. La lettera è pervenuta da Trentino Trasporti ed è stata indirizzata anche alla Consulta dei genitori.

Si è ritenuto opportuno fornire riscontro a questa comunicazione, dopo averla portata all’attenzione del corpo docenti e della Consulta stessa. Nella risposta è stata sottolineata l’importanza dell’azione educativa che la nostra scuola mette in atto, attraverso percorsi di natura principalmente preventiva, volti a sensibilizzare studenti e famiglie al fine di promuovere un atteggiamento civile e responsabile anche oltre la vita scolastica, finalizzati dunque alla formazione di cittadini consapevoli. Ovviamente, la ricaduta di queste azioni richiede sempre uno sforzo congiunto fra tutti gli adulti di riferimento, dunque implica una forte sinergia fra scuola e famiglia.

Quando una comunità è educante, dialoga e si confronta direttamente. Quindi, in questi giorni all’interno della nostra scuola ci siamo confrontati tra di noi e con gli studenti, per cercare di capire la portata e i confini di questi episodi. Dal dialogo con i ragazzi e con i bambini è emerso un problema che riguarda soprattutto i più piccoli, come primi attori degli episodi di violenza, ma anche una rete sociale allentata da parte dei più grandi che assistono senza intervenire.

E’ stato avviato un confronto con il Consiglio dell’istituzione scolastica, la Consulta dei genitori e il Sindaco di Mori per analizzare il fenomeno e, successivamente, interpellare Trentino Trasporti affinché possa contribuire a risolverlo, attuando gli opportuni interventi di sua competenza.

A livello pedagogico, ci sono più piani di intervento possibili sui quali ci stiamo confrontando e che, come è sempre accaduto, porteranno ad azioni educative mirate all’interno di un incessante processo formativo che si gioca a scuola su più livelli e con più attori. La complessità e l’organicità della nostra offerta formativa sono tali da non permettere un puntuale elenco delle azioni mirate allo sviluppo delle competenze sociali ed emotive, ma si possono citare, a titolo esemplificativo, i progetti di plesso e quelli trasversali dei Consigli di classe relativi all’Educazione Civica e alla Cittadinanza, l’alleanza con i genitori del Progetto Crescere insieme, il Parlamentino della Scuola Secondaria di Primo Grado che, nella seduta di dicembre, avrà ancora una volta la possibilità di dialogare con i decisori politici del nostro territorio, in una prospettiva di democrazia partecipativa, e dedicherà un punto all’ordine del giorno proprio gli episodi di maleducazione sui mezzi di trasporto.

Tutto ciò senza citare quello che quotidianamente avviene durante le lezioni, nelle nostre classi, luoghi in cui non solo si apprende, ma ambienti in cui si sperimenta la convivenza civile, il confronto di idee, la partecipazione attiva alla vita comunitaria, la capacità di riflettere sulla realtà che ci circonda.

Si desume facilmente che, all’interno di questo complesso panorama, l’intervento dei Carabinieri sugli autobus, peraltro saltuario e già attuato lo scorso anno scolastico, è finalizzato al monitoraggio, al supporto e alla tutela degli studenti stessi e si inserisce come il tassello di un mosaico; non vuole e non può di certo rappresentare la soluzione del problema. Questo si può facilmente evincere anche da una recente intervista apparsa sulla stampa il 21 novembre scorso, che sottende questi concetti, indipendentemente dalle interpretazioni semplicistiche che possono scaturire dalla mera lettura del titolo dato all’articolo.

Allo stesso modo, proprio in virtù di quanto esposto, non si possono ritenere congrue affermazioni che considerano l’azione della nostra scuola relegandola al semplice intervento repressivo: confinare ciò che viene svolto quotidianamente per affrontare questa ed altre criticità all'intervento sporadico di figure la cui presenza in ambito scolastico può essere, tra l’altro, prevista in chiave educativa, non solo non rappresenta un’oggettiva visione del complesso sistema in cui operiamo, ma appare addirittura un attacco alla scuola immotivato e incomprensibile in un’ottica di comunità educante che si confronta e dialoga.

In conclusione, i primi attori dell’azione educativa rimangono le famiglie e la scuola, che non si è mai sottratta al suo mandato e ne fa un asse centrale della sua azione.

Dirigente scolastico     prof. Massimiliano Latino